La sua stagione in tavola va da ottobre ad aprile, ma fra marzo e maggio (e settembre-ottobre nel Sud) il carciofo si pianta per realizzare una nuova carciofaia: trovate le piantine già pronte nel vostro Centro di Giardinaggio. Se vi piace l’ortaggio e avete lo spazio, vi invitiamo a coltivarlo, anche perché la carciofaia richiede poche attenzioni e dura una decina d’anni. Senza dimenticare che il carciofo è un “nutraceutico”, ossia un ortaggio ricchissimo di proprietà benefiche: come beneficiarne? Semplicemente mangiandolo!

Quali sono le proprietà del carciofo
Consumare tre volte a settimana due carciofi, crudi o cotti (lessati o stufati, non fritti), conditi solo con un filo d’olio, rigenera il fegato e lo predispone alla leggerezza della primavera. E se non apprezzate il sapore amarognolo, consolatevi pensando che è proprio l’amara cinarina il principio attivo benefico, che stimola il fegato e la cistifellea, fluidifica la bile, depura il sangue, abbassa il colesterolo.
Inoltre, per l’ottimo contenuto in potassio il carciofo è un efficace diuretico e contrasta la formazione dei calcoli biliari e renali di natura fosfatica. Grazie a fibre e mucillagini è lassativo da cotto. I tannini lo rendono antidiarroico da crudo. È consentito ai diabetici poiché lo zucchero contenuto (inulina) è innocuo (si trasforma in fruttosio).
Tutte le proprietà indicate sono ancora più accentuate nelle foglie, che però si utilizzano solo come preparati erboristici e non per il consumo alimentare.
Ha due sole controindicazioni: per chi soffre di nefrite (per l’eccessiva azione diuretica che sovraccarica i reni), e durante l’allattamento perché le sostanze amare disturbano la produzione del latte.

È vero che il carciofo è un fiore?
Ebbene sì, il carciofo (Cynara cardunculus var. scolymus), appartenente alla famiglia delle Asteracee o Composite, è in realtà il fiore colto prima di sbocciare, del quale si mangiano le brattee (“foglie”) carnose di colore verde o violetto, spinose o inermi, che costituiscono l’involucro fiorale e il ricettacolo (il “fondo”). La parte stopposa (“barba”) che ogni tanto sfortunatamente si trova appoggiata sui fondi non è altro che l’insieme dei petali, in seguito azzurro-violetti, che si stanno formando, indice che l’ortaggio è troppo maturo. I capolini fiorali vengono portati al termine di ogni diramazione del fusto, robusto e ramificato.
È una pianta perenne che può raggiungere i 100-120 cm d'altezza, caratterizzata da foglie grandi, lobate, a volte spinulose, e da fusti rigidi e fibrosi. Il carciofo può vivere anche una ventina d’anni, ma la produzione migliore si ha per i primi 10 anni.

Come coltivare il carciofo
Le uniche condizioni per coltivare con successo il carciofo sono un clima mediterraneo, un suolo profondo, di medio impasto, e un’esposizione a sud o sud-est. Piantate i carducci, cioè i germogli sotterranei, in primavera o in autunno (nel Sud), su terreno inumidito. Da aprile a settembre irrigatelo con regolarità, concimatelo in abbondanza con un prodotto granulare a base di azoto e soprattutto potassio, e liberatelo dalle malerbe senza zappare in profondità, visto che ha radici superficiali.
In giugno sulle piante secche va condotta la dicioccatura, cioè l’eliminazione dell’asse principale della pianta, tagliato a filo con il terreno. In autunno eliminate tutti i carducci tranne i due-tre più vigorosi, che produrranno capolini abbastanza grossi e precoci.
La raccolta si esegue quando il carciofo è “maturo”, tagliando “corto” il gambo per favorire la produzione successiva.
Non è possibile coltivare il carciofo in vaso, o meglio: è possibile ma non a scopo alimentare bensì ornamentale, per ottenere i bellissimi fiori violetti. Per avere gli ortaggi, infatti, per una singola pianta serve un vaso da almeno 50 cm di lato e di profondità.

Come si fa la raccolta delle foglie di carciofo
In erboristeria, come già accennato, si impiegano le foglie della pianta di carciofo. Non utilizzate quelle presenti sui carciofi coltivati con metodi tradizionali, perché possono rimanere residui di prodotti chimici adoperati nei vari trattamenti durante il ciclo colturale. Via libera invece alle foglie di carciofi coltivati biologicamente o di altra provenienza sicura (per es. quelli del vostro orto).
L’essiccazione casalinga è difficoltosa per l’alta percentuale di acqua contenuta nei lunghi piccioli e nelle ampie lamine fogliari: il processo deve essere molto rapido (in forno o nell’essiccatore) perché il prodotto conservi le caratteristiche.
Naturalmente, dati i componenti dell’ortaggio, le tisane che ne derivano sono molto amare e purtroppo è meglio non dolcificarle, pena la scarsa efficienza del preparato.

Il carciofo in erboristeria
• Per ridurre l’anemia: bollite 15 g di foglie per 10 minuti in una tazza d’acqua, filtrate e bevetene una tazza prima di ogni pasto.
• Contro il colesterolo alto: bollite 5 g di foglie in una tazza d’acqua per 10 minuti, bevetene tre tazze al giorno.
• Per attenuare la cellulite: infondete 5 g di foglie in una tazza d’acqua bollente per 10 minuti, prendetene tre tazze al giorno lontano dai pasti.
• Contro i dolori reumatici: frizionate il succo centrifugato sulle parti indolenzite, per due-tre volte al giorno.
• Per fluidificare della bile e favorire la digestione dei grassi: bevete prima dei pasti un bicchiere di acqua di lessatura (di almeno due carciofi) non salata.
• Per fermare la diarrea: mangiate due-tre carciofi crudi.

Cosmesi naturale con il carciofo
• Tonico astringente: centrifugate due carciofi e fate degli impacchi con il succo, dopo 15 minuti risciacquate con acqua tiepida.
• Contro la formazione di foruncoli: lavate il viso due volte al giorno con l'acqua di lessatura non salata e raffreddata.
• Per ravvivare il colore naturale dei capelli castani o neri: dopo lo shampoo sciacquate i capelli con l’acqua di cottura non salata, senza risciacquare ulteriormente.
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